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Corporate Social Responsibility, Idrocarburi, In Primo Piano, Post in evidenza

2020: annus horribilis del petrolio?

Posted: 24 Aprile 2020 alle 17:44   /   by   /   comments (0)

di Gianmarco Maisto

Le stime dell’International Energy Agency – AIE sul mercato petrolifero suggeriscono una sostanziale recessione nel 2020 rispetto alle performance dello scorso anno. A cominciare dalla domanda, che ad aprile è stata di 29 milioni di barili al giorno (mb/g) più bassa rispetto allo stesso mese dell’anno precedente: un livello – si legge nel consueto Oil Market Report – paragonabile a quello registrato soltanto 25 anni fa, nel 1995. La riduzione è dovuta all’emergenza sanitaria che ha praticamente abbattuto la mobilità a livello globale, e secondo l’AIE si attesterà intorno ai 2,7 mb/g in meno a dicembre 2020. Il calo totale della domanda petrolifera nel 2020 sarà di 9,3 mb/g se comparato ai livelli del 2019.

Calo previsto anche nella produzione: a partire dai Paesi OPEC+ che hanno concordato una riduzione del greggio prodotto pari a 9,7 mb/g, fino ai Paesi non-OPEC per cui il contraccolpo potrebbe superare i 5 mb/g a fine anno.

Andamento analogo potrebbe registrare il downstream: il blocco della mobilità, infatti, produrrà una riduzione pari a 7,6 mb/g, ascrivibile ça va sans dire alla diminuzione del consumo di carburanti. I carburanti prodotti ma non consumati andranno ad incrementare le scorte e ciò rimanderà alla seconda parte dell’anno la crescita delle attività di raffineria, quando le scorte saranno ormai interamente consumate dal mercato.

Se il petrolio non è certo l’unico settore ad aver subito danni dalla crisi sanitaria, uno scenario come quello nella stima AIE difficilmente passerà senza conseguenze macroscopiche. Il petrolio ha subito, nel corso del solo mese di marzo, un calo del 40%. Questo comporterà un danno a quelle economie – spesso in via di sviluppo – che vedono nella filiera legata al greggio un importante stabilizzatore industriale e sociale. Inoltre, la momentanea crisi del settore petrolifero potrà anche rendere più difficile per le aziende Oil&Gas implementare le politiche di transizione energetica che ormai da anni sono nell’agenda di tutti i principali player del settore.